Il metodo fenomenologico di Husserl

La parte costruttiva del pensiero di Husserl si concentra sull'elaborazione di un metodo chiamato "fenomenologico", che consente di accedere a quella dimensione originaria da cui si costituiscono tutte le forme di conoscenza e si conferisce senso al mondo. Questo metodo si basa sull'osservazione dei fenomeni così come si presentano inizialmente alla coscienza, al di là delle costruzioni concettuali che li soffocano, al fine di raggiungere un livello di esperienza autentica e veritiera.

Il metodo fenomenologico inizia con l'atto di sospendere il giudizio sul mondo e praticare l'epoché, un concetto preso dagli antichi filosofi scettici. Tuttavia, a differenza degli scettici che mettevano in discussione l'esistenza stessa del mondo, e di Cartesio, che estendeva il dubbio a tutta la conoscenza, Husserl sospende le certezze della scienza e l'atteggiamento naturale che considera il mondo come una realtà già data e precostituita. Non intende negare la realtà, ma mostrare che le cose hanno senso solo in relazione al soggetto.

Husserl si allontana sia dall'idealismo, che identifica la soggettività come la fonte di tutta la realtà, sia dalla posizione kantiana, che pone un soggetto trascendentale a fondamento del mondo fenomenico. Per Husserl, il soggetto non è un soggetto metafisico o trascendentale, ma una coscienza intesa come relazione, una connessione inscindibile tra soggetto e oggetto.

La coscienza, secondo Husserl, è intenzionalità, cioè tendenza a mettersi in relazione con un oggetto. La coscienza non è un'entità statica, chiusa in sé stessa, ma è sempre "coscienza di qualcosa", un'attività volta verso un oggetto e una modalità di rapportarsi al mondo esterno. Husserl definisce questa caratteristica della coscienza come intenzionalità, indicando che la coscienza è una corrente di esperienze vissute in cui c'è una correlazione tra gli atti di coscienza (noèsi) e i modi in cui le cose appaiono in relazione a questi atti (noèma).

Husserl afferma che l'intenzionalità della coscienza costituisce un livello che precede ogni concettualizzazione e categorizzazione, ed è anteriore a qualsiasi separazione astratta tra soggetto e oggetto. È in questa dimensione dell'intenzionalità che bisogna tornare per comprendere il processo attraverso cui si formano e si istituiscono i significati e i valori delle cose.

Nella fenomenologia, le cose esistono in quanto "appaiono" all'uomo, si presentano nei loro vari aspetti in relazione agli atti intenzionali della coscienza. L'oggetto non è qualcosa di separato dai fenomeni, ma coincide con il presentarsi stesso delle cose, l'insieme dei modi in cui gli oggetti appaiono in relazione.


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