Il materialismo naturalistico di Feuerbach

 Ludwig Feuerbach nasce nel 1804 in una famiglia bavarese agiata e colta, studia filosofia e teologia a Berlino dove ha come maestro Hegel. A 25 anni inizia a insegnare all' università e dedica la maggior parte del proprio tempo allo studio. Dopo la pubblicazione di "Pensieri sulla morte e l' immortalità" nel 1830, pubblicato anonimo ma attribuito a lui, attirandogli accuse come "spirito libero", "ateo" e "anticristo". Abbandona poi l' insegnamento ma intensifica lo studio

Seguendo le lezioni di Hegel si rende conto che la prospettiva di Hegel trascura il tema dell' uomo concreto, non dunque il soggetto spirituale del Romanticismo e neppure quello razionalista dell'Illuminismo, ma una figura "naturale" che ha la sua essenza nella corporeità e nella materia. Feuerbach ritiene sia necessario riportare la filosofia a interrogarsi sull' essere umano nella sua dimensione sensibile, che ne costituisce l' essenza.

Feuerbach sottolinea nei suoi scritti l' esigenza di rivalutare gli aspetti concreti dell' esistenza attraverso la frase "L' uomo è ciò che mangia". In ciò consiste il cosiddetto "materialismo naturalistico", dove a fondamento di ogni cosa si deve porre la natura.

Il problema dell' uomo sono i vincoli che lo incatenano, tra i quali il vincolo religioso, che lo rende dipendente da una potenza superiore. L' idea di Dio deriva dal fatto che l' uomo proietta fuori di se le sue qualità più elevate e le oggettiva in un essere dotato di ogni perfezione. Ciò si vede se si considerano caratteristiche attribuite a Dio -la ragione, la volontà e l' amore- che sono proprietà umane esternate in un oggetto della fantasia. Dio è la realizzazione ideale dei bisogni dell' umanità e la personificazione delle sue doti migliori.

Feuerbach riprende il termine "alienazione" utilizzato da Hegel, affermando che l' uomo "aliena" la propria essenza, la oggettiva in un essere trascendente, proiettando in tale entità superiore i suoi stessi attributi positivi, desideri e aspirazioni.