L' alienazione e il materialismo storico

 Marx apprezza il fatto che Feuerbach avesse individuato l’ origine umana della religione e dell’ idea di Di e il fatto che avesse ricondotto la filosofia dalla speculazione astratta all’ indagine sull’uomo concreto. Tuttavia per Marx, però, la posizione feuerbachiana non riesce a spiegare veramente l’ origine dell’alienazione religiosa.


Marx risponde a tal proposito che gli uomini sono portati a trasferire il proprio essere in un principio religioso perchè stanno male nella realtà in cui vivono. La religione è “la coscienza capovolta del popolo”  e allo stesso tempo “l’ oppio per il popolo”, quindi una condizione artificiale per poter meglio sopportare la propria situazione materiale. Per Marx è necessario trasformare la realtà, superando le ingiustizie sociali e la disuguaglianza in modo che l’ essere umano non abbia più bisogno di trovare espedienti per far fronte alla sua insoddisfazione.

Per Marx l’ alienazione è un fatto concreto e non un fenomeno spirituale, in quanto esso è l’ espressione storica di quella disumanizzazione che caratterizza i rapporti lavorativi della società capitalista.

Per Marx l’ alienazione dell’operaio è composta da quattro aspetti fondamentali:

• Alienazione nei confronti del prodotto della sua attività: nella società capitalista il lavoratore produce beni che non gli appartengono perchè spettano al capitalista. Le cose create contribuiscono a accrescere il divario e aggraviate la sua situazione di dipendenza.
• Alienazione rispetto alla sua attività: anche la capacità produttiva, ossia la forza-lavoro, è proprietà del capitalista, il quale può disporre di essa come vuole, reato una condizione di schiavitù tra il lavoratore e il capitalista
• Alienazione dell’essenza: il lavoratore si trova espropriato di qualsiasi cosa componga la sua essenza. Il lavoro nella società capitalista non è visto come un modo di realizzarsi creativamente e liberamente, ma una modalità di sfruttamento in cui il lavoratore è visto come una cosa e non una persona.
• Alienazione nei confronti dei suoi simili: Il lavoratore è escluso da ogni forma di vita sociale autenticamente umana, cioè il fatto che egli non possa disporre del frutto del proprio lavoro. Il salario si relaziona soltanto con il capitalista, proprietario dell’attività che egli produce e quindi della sua “umanità”


Per Marx la condizione necessaria per uscire da questa condizione operaia è modificare la base materiale della società, cambiando i rapporti su cui è fondato lo sfruttamento. 
Ciò significa sradicare la causa che ha determinato la condizione di alienazione, che per Marx è la proprietà privata. Con lo sviluppo del società le disuguaglianze sono sempre aumentate, creando una condizione in cui una minoranza di capitalisti d’igiene la proprietà dei mezzi impiegati per la produzione. Marx è molto critic nei confronti del liberalismo, perchè in esso i cittadini sono uguali di fronte alla legge ma differenti nella società civile, quindi uguali di diritto ma disuguali di fatto. Per Marx occorre quindi una “rivoluzione sociale” in cui venga abolita la proprrietà privata e soppressa la divisione in classi. Secondo Marx, Feuerbach ha sbagliato a considerare l’ essenza dell’ uomo come qualcosa di compiuto, di passivo, senza tener conto della una storicità e socialità. Hegel invece ha riconosciuto l’ essenza dialettica dell’ uomo e della realtà, ma ha ricondotto tutto il processo storico a uno sviluppo ideale, considerando lo spirito come suo unico soggetto. Marx riprende questa posizione di Hegel “correggendola” con la teoria di Feuerbach: L’ uomo è un essere che diviene ciò che è in base alle condizioni materiali in cui si trova a vivere. Marx da vita quindi al materialismo storico, una prospettiva secondo cui le forze motrici della storia non sono di carattere spirituale, ma di carattere materiale. La storia è spinta da dinamiche di natura soci-economica. Secondo Marx la “base materiale” che costituisce il motore della storia coincide con i “modi di produzione” che caratterizzano le varie epoche storiche. Le forze produttive sono costituite dalle componenti che consentono la produzione: la forza lavoro, i mezzi utilizzati e le conosenze tecniche. I rapporti di produzione coincidono con l’ organizzazione del lavoro e con le relazioni che si stabiliscono tra i soggetti coinvolti nel processo produttivo, ossia il capitalista e il lavoratore. La globalità del modo di produzione definisce la “struttura” della società e determina la “sovrastruttura”, cioè l’ insieme delle produzioni culturali. Mutando le condizioni storiche di vita, cambiano anche i modi di valutare le cose e i comportamenti sociali.







Secondo Marx, in ogni epoca storica a determinate forze produttive corrispondono precisi rapporti di produzione, ossia quelli più adeguati allo sviluppo e funzionamento della produzione stessa. La rivoluzione di Marx intende capovolgere queste forze e riformare la produzione e la società. Se questa rivoluzione non ha luogo, il divario tra il proletariato e la borghesia capitalista è destinato a accrescersi sempre di più.

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